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21.5.14

Ecco l'uomo e la donna perfetti



Lo sapete che l'estate sta arrivando?
Lo sapete che la famigerata "prova bikini" è alle porte?
Come se potessimo dimenticarcene...

Recentemente il marchio Bluebella, che commercia abbigliamento e accessori sexy, ha chiesto ai propri clienti di creare l’uomo e la donna perfetti assemblando pezzi di corpi di personaggi famosi. Una specie di moderni mostri di Frankenstein.
È stato singolare, ma non completamente inaspettato, notare che la donna ideale ha forme e caratteristiche diversi a seconda dei gusti maschili o femminili. E, viceversa, l’uomo ideale è diverso se a pensarlo è una donna o un uomo. Ecco i risultati dei collage:

Secondi i gusti maschili, sia il maschio che la femmina sono... più esagerati rispetto alla scelta femminile: più capelli, seno, fianchi e cosce per la donna perfetta; più bicipiti, pettorali, quadricipiti e fama calcistica per l'uomo perfetto.
La spiegazione per una maggiore enfasi sull’aspetto fisico potrebbe essere che gli uomini sono più eccitati da stimoli visivi e dunque diano maggiore importanza all’attrattività fisica (9).

Sarebbe stato interessante, inoltre, chiedere ai clienti cosa pensavano del proprio aspetto.
Trovare qualcuno che sia al 100% soddisfatto del proprio corpo è praticamente impossibile.
L’insoddisfazione corporea è definibile come la distanza tra il proprio peso e corpo reali e quelli ideali.
Dati statistici precisi non ne abbiamo, perché le ricerche su questi argomenti vengono effettuate soprattutto su campioni clinici, ovvero con soggetti che già sono ricoverati con un disturbo.
Infatti, l’insoddisfazione per il proprio corpo è uno dei sintomi principali dei disturbi dell’alimentazione che, come risaputo, sono principalmente anoressia, bulimia e binge eating (abbuffate).
Il problema principale si riscontra quando associamo l’insoddisfazione alla nostra autostima e identità. Inoltre, le persone che affermano di essere state canzonate e prese in giro per il proprio aspetto fisico riportano maggiore sintomatologia da disturbo dell’alimentazione (1).

I disturbi dell’alimentazione si presentano in maniera diversa a seconda della cultura e del periodo storico. Sembrerebbe che l’obiettivo della magrezza sia presente in culture in cui il cibo è presente in abbondanza (2). Seppure le prime ricerche e teorie (per es. 3) affermavano che i disturbi dell’alimentazione erano concentrati nella fascia socio-economica più alta della popolazione, negli ultimi anni le differenze sociali si sono attenuate. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere se sia dovuto a fattori meramente economici, ai cambiamenti nei canoni di bellezza trasmesso dai media o alla maggiore attenzione dedicata ai disturbi dell’alimentazione.

I media, infatti, sono spesso indicati come importanti responsabili della diffusione del valore della magrezza: modelle sottopeso in passerella, uso di programmi di fotoritocco per mostrare attrici e personaggi famosi in copertina, larga presenza di consigli alimentari e diete nei periodici (4).


L’immagine idealizzata proposta dai media è fatta quasi esclusivamente da persone normopeso o, sempre più spesso, sottopeso, dunque non rappresentative della varietà presente nella realtà (2). Gli studi affermano che è il tipo di programma che si guarda, più che la quantità, a fare la differenza: soap opera, film e video musicali sono associati con insoddisfazione per il proprio corpo e impulso alla magrezza (4).

Pensiamo ad una delle soap opera più famose e longeve della storia della televisione: Beautiful. Praticamente ogni attore sotto i 60 anni è un body builder, mentre le donne sono perennemente e perfettamente truccate, pettinate, magre e giovani. E qui stiamo parlando di immagini viste da 500 milioni di persone al mondo, 5 giorni alla settimana.


Il problema della circolarità causa-effetto si ripropone: occorre chiarire se è l’esposizione ad influenzare lo sviluppo di disturbi dell’alimentazione o, al contrario, se coloro che già presentano sintomi come l’insoddisfazione corporea cercano attivamente conferme nei programmi televisivi, i periodici o internet.

Al proposito riporto un interessante studio di Becker (5) nel quale si confrontava la prevalenza di disturbi dell'alimentazione prima e dopo l'arrivo della televisione nelle isole Fiji nel 1995. Nella cultura di queste isole era valorizzato un sano appetito e un corpo rotondo, sinonimi di ricchezza e cure familiari. Nel 1998 il ricorso alle diete era salito dallo 0 al 69% e i giovani isolani riportavano i protagonisti dei telefilm come modelli e ispirazione della loro volontà di perdita di peso.

Se fino a poco tempo fa i disturbi dell’alimentazione erano appannaggio delle ragazze caucasiche di classe medio/alta, la pervasività del fenomeno ha toccato anche l’altra metà del cielo. L’immagine idealizzata del corpo maschile veicolata dai media è quella con muscoli sviluppati, con un peso moderato, virtualmente senza grasso, con una particolare enfasi su addominali definiti e muscoli pettorali (6). Oggigiorno la società preme in misura crescente sulle preoccupazioni maschili, esattamente come ha fatto per decenni sulle insicurezze femminili (Pope, Philips & Olivardia, 2000).
Inutile dire che essere magri ma muscolosi per i maschi NON è la NORMALITA', come essere magre e con la quarta di reggiseno per le femmine. Ma per i ragazzi si aggiunge un fattore di rischio in più: la dismorfia muscolare, o anoressia al contrario: il problema il più delle volte non è sentirsi grassi e dunque l’attenzione non è sul dimagrire, bensì sul guadagnare peso poiché ci si vede troppo magri, anche nei casi in cui in realtà si sia già muscolosi (7).

Barbie vs Real life
Barbie vs Real life proportions
A questo proposito ricordiamo la ricerca di Pope (8) in cui sono stati messi a confronto alcuni giocattoli che ritraevano gli stessi personaggi maschili nel 1978 e nel 1998: nell’arco di 20 anni lo standard ritratto è aumentato di massa muscolare e anche i muscoli sono più definiti. Usando metodi allometrici, gli autori hanno provato che le misure dei giocattoli superano di gran lunga quelle ottenibili da qualsiasi bodybuilder nel mondo reale (vedi immagine sopra).

La presenza capillare di queste immagini, spesso ritoccate con software allo scopo, dà l’idea che sia quella la normalità e che, se non si rientra in quei canoni, non solo non si è percepiti come attraenti, ma non si è neppure normali. Se i media continueranno a promuovere l’irraggiungibile corpo perfetto (quel corpo ottenuto da fotomodelli e attori il cui lavoro è concentrato sull’aspetto fisico e per il quale hanno a disposizione soldi e mezzi; quel corpo presentato senza grasso e smagliature grazie al fotoritocco), non c’è da stupirsi che continueremo a rincorrere e provare ad ottenerlo, mettendo a rischio la nostra salute con diete impossibili, esercizio fisico scorretto e sostanze dopanti.
Questo potrebbe portare ad un aumento di ragazzi e ragazze non solo troppo concentrati sull’immagine esteriore, ma anche profondamente insoddisfatti.




 (1) Lunner, K., Werthem, E.H., Thompson, J.K., Paxton, S.J., McDonald, F., & Halvaarson, K.S. (2000). A cross-cultural examination of weightrelated teasing, body image, and eating disturbance in Swedish and Australian samples. International Journal of Eating Disorders, 28, pp. 430–435.
(2) Keel, P.K. (2005). Eating Disorders. Pearson, Prentice Hall, New Jersey.
Makino, M., Tsuboi, K., Dennerstein, L., (2004). Prevalence of eating disorders: A comparison of Western and Non-Western Countries. Medscape General Medicine, 6-3, p.49.
(3) Garfinkel, P.E., & Garner, D.M., (1982). Anorexia Nervosa: A Multidimensional Perspective. New York: Brunner/Mazel.
(4) Derenne, J.L., & Beresin, E.V., (2006). Body image, media, and eating disorders. Academic Psychiatry, 30, pp. 257-261.
(5) Becker, A.E., Burwell, R.A., Gilman, S.E., (2002). Eating behaviours and attitudes following prolonged exposure to television among ethnic Fijian adolescent girls. British Journal of Psychiatry, 180, pp. 509—514.
(6) Fairburn, C.G., Brownell, F.D. (2002). Eating disorders and obesity: A comprehensive handbook. Guildford Press, New York.
(7) Pope, H. G., Philips, K., & Olivardia, R. (2000). The Adonis complex: the secret crisis of male body Obsession. Simon & Schuster.
(8) Pope, H.G., Olivardia, R., Gruber, A., & Borowiecki, J. (1999). Evolving ideals of male body image as seen through action toys. International Journal of Eating Disorders, 26, pp. 65-72.

(9) Townsend, J.M. & Levy, G.D., (1990). Effects of potential partners' physical attractiveness and socioeconomic status on sexuality and partner selection. Archives of Sexual Behavior, 19: 149-164.
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